Cari
Amici di Povder,
non vi nascondo che quando Tony Giger mi ha chiesto di scrivere questo
editoriale ho gioito non poco. Quale occasione migliore per dare una
lezione di vita, ovvero per sfogare adeguatamente il mio ben noto ego? Non
potevo perdere questa opportunità e perciò vi avverto: lo scritto che
segue rappresenta quanto di più melenso io sia riuscito a produrre. Se in
generale non tollerate sottili disquisizioni di stampo filosofico e
noiosissimi predicozzi, andate direttamente a valle senza passare dalla
povder (avete anche voi giocato qualche volta a Monopoli?)!
Ormai
l’estate si sta lentamente avviando alla sua conclusione. Eppure,
parafrasando uno dei miei numerosi idoli, ho la netta sensazione che
“l’estate finiva più nature” qualche anno fa “o giù di lì”.
E’ evidente per tutti che questa fine estate, o meglio questo inizio
dell’attesa dell’inverno, è particolare: c’è nell’aria una certa
sensazione di ansia, a mio avviso indotta da talune caratteristiche che lo
scorso inverno ha avuto. E’ forse un luogo comune affermare che
l’ultima stagione sia stata la più bella. Sappiamo bene che i ricordi
più recenti sono i più vivi; il tempo tende inesorabilmente a stemperare
le sensazioni provate e spesso induce la (peraltro bellissima!) sensazione
che le avventure più fresche siano state le più meritevoli. Eppure io
penso di potermi sbilanciare, affermando che lo scorso inverno è stato
notevole e ciò sta inducendo una smaniosa attesa della prossima neve.
Io
credo che l’unicità della stagione appena passata sia stata indotta da
quattro ragioni evidenti. Innanzitutto è stato un inverno molto
polveroso; per me il più polveroso da un bel po’ di anni a questa
parte. Ricordo di aver iniziato ad impolverarmi il giorno della Befana,
quando sono salito a Febbio da solo al pomeriggio. Mentre salivo la 2k non
credevo ai miei occhi. Quel giorno ho fatto 4 discese dalla 2k tutte
rigorosamente in polvere. Quel giorno ho realizzato che per godersi
appieno la polvere occorre essere in compagnia; perchè dopo ogni serie di
curve, quando mi fermavo per tirare fiato, ho avuto l’impellente
desiderio che ci fosse qualcuno al quale poter urlare l’esaltazione che
stavo provando (mica potevo mettermi ad urlare al vento, da solo….). La
seconda ragione per la quale lo scorso inverno è stato unico va collegata
all’ingresso nel Crinale di personaggi che, già dalle prime uscite, si
sono affermati di prepotenza quali protagonisti indiscussi della stagione!
Lauw, Vigna, Arsura, Giò…. Avete fatto dei numeri da circo
difficilmente dimenticabili!!! Grazie ragazzi, la nuova stagione è alle
porte e sarà sicuramente notevole iniziarla con voi! La terza ragione di
unicità va ricercata poco sopra al Lago Saporito. Forse mai come
quest’anno il salto della falesia ci è sembrato abbordabile, tanto che
qualcuno insinuava che desiderasse tentarlo pure Furmiga…..(Furmiga se
mi offri una bottiglia di lambrusco ti faccio il nome di chi ha sussurrato
tale possibilità). Forse mai come quest’anno se ne è parlato e ci si
è recati sotto alla falesia per giudicare. Un sogno realizzabile?
Chissà…..
staremo a vedere; è bello poter desiderare di avverare i sogni,
l’importante è essere consapevoli che un sogno non realizzato non
implica automaticamente una sensazione di delusione. Infine, l’ultima
ragione per la quale l’inverno 2005-2006 è stato unico è quella che
forse mi è più cara; io penso che mai come quest’anno il Crinale abbia
superato se stesso; mai come quest’inverno tanti sogni sono stati
realizzati, all’insegna della ricerca della massima pendenza. In
sintesi, la quarta ragione di unicità si estrinseca in due parole
magiche: “Canale Est”. Non so se il Canale Est fosse stato disceso in
precedenza. E’ certamente possibile, ma a me non risulta e devo
confessare che fino allo scorso inverno l’ho reputato una discesa
riservata a pochissimi eletti. Quest’anno Filippo, durante un’uscita
solitaria da ricordare, si è buttato dentro ed è sceso. La discesa
solitaria di Filippo, nel nostro piccolo, ha avuto l’effetto tipico
delle grandi imprese: ovvero, innescare un rapido e significativo
progresso. Nelle due settimane successive si sono buttati dentro al Canale
Est una moltitudine di noi. Mi sono buttato pure io, nuotando nella neve e
scavando una rigola che forse è ancora là….. In quelle due settimane i
nostri sci hanno preso possesso della parete est del Prado. Sono stati
giorni unici che hanno aperto, per noi del Crinale, una nuova frontiera
nel Crinale. Bellissimo! Purtroppo all’unicità dello scorso inverno ha
fatto seguito un’estate che ci ha ricordato brutalmente quanto pericolo
sia insito nelle nostre attività in montagna. Tutti noi, più o meno ad
alta voce, abbiamo riflettuto sul nostro amore per l’avventura, sulla
necessità di riuscire a mantenere sempre e comunque un equilibrio che è
reso precario dall’eccesso di polvere e di confidenza.
E’
assolutamente obbligatorio che l’inizio del prossimo inverno sia
accompagnato da una forte consapevolezza. Nel momento in cui molti di noi
hanno fior di sci ciccioni in cantina, nel momento in cui l’attesa di
nuova polvere si sta facendo spasmodica, è più che mai imprescindibile
che promettiamo a noi stessi di essere sempre consapevoli di ciò che ci
apprestiamo a fare (leggetevi le dieci massime del Crinale. Sono attuali
più che mai). L’amore per la montagna comporta rischi, sempre e
comunque. Ciò che quest’anno siamo riusciti a fare comporta qualche
rischio in più rispetto al passato. Tuttavia, l’adozione di norme di
prudenza che tutti conosciamo riduce questi rischi ad un livello che io
personalmente ritengo largamente accettabile. E’ però necessario
ricordare che l’applicazione di queste norme non richiede solamente la
loro conoscenza (sarebbe troppo facile….).
L’arte di essere davvero
prudenti richiede anche una capacità raffinata di valutazione delle
proprie condizioni e di quelle della montagna. Una capacità che è
propria dei grandi alpinisti, che non è facile da acquisire e che spesso
possediamo in misura inversamente proporzionale rispetto a quanto
supponiamo. La valutazione obiettiva di se stessi riesce a pochissime
persone, dobbiamo tenerlo ben presente! Quindi Ragazzi, fuoco alla polvere
quando sarà il momento, ma solo quando siamo sicuri al 100% di poterlo
fare. Sono pienamente convinto che il prossimo inverno sarà da ricordare
almeno quanto quello precedente. Ci attendono giornate meravigliose, e
saremo in tanti a godercele fino in fondo! Intanto grazie Crinale per
alimentare in continuo nuovi sogni, nuove gioie e soprattutto nuove e vere
amicizie. Intanto organizziamo una cena…..!!!
A prest!
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