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L'editoriale del Crinale - N°16
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Numero 16 - Settembre 2006


Cari Amici di Povder,
non vi nascondo che quando Tony Giger mi ha chiesto di scrivere questo editoriale ho gioito non poco. Quale occasione migliore per dare una lezione di vita, ovvero per sfogare adeguatamente il mio ben noto ego? Non potevo perdere questa opportunità e perciò vi avverto: lo scritto che segue rappresenta quanto di più melenso io sia riuscito a produrre. Se in generale non tollerate sottili disquisizioni di stampo filosofico e noiosissimi predicozzi, andate direttamente a valle senza passare dalla povder (avete anche voi giocato qualche volta a Monopoli?)!

Ormai l’estate si sta lentamente avviando alla sua conclusione. Eppure, parafrasando uno dei miei numerosi idoli, ho la netta sensazione che “l’estate finiva più nature” qualche anno fa “o giù di lì”. E’ evidente per tutti che questa fine estate, o meglio questo inizio dell’attesa dell’inverno, è particolare: c’è nell’aria una certa sensazione di ansia, a mio avviso indotta da talune caratteristiche che lo scorso inverno ha avuto. E’ forse un luogo comune affermare che l’ultima stagione sia stata la più bella. Sappiamo bene che i ricordi più recenti sono i più vivi; il tempo tende inesorabilmente a stemperare le sensazioni provate e spesso induce la (peraltro bellissima!) sensazione che le avventure più fresche siano state le più meritevoli. Eppure io penso di potermi sbilanciare, affermando che lo scorso inverno è stato notevole e ciò sta inducendo una smaniosa attesa della prossima neve.
Io credo che l’unicità della stagione appena passata sia stata indotta da quattro ragioni evidenti. Innanzitutto è stato un inverno molto polveroso; per me il più polveroso da un bel po’ di anni a questa parte. Ricordo di aver iniziato ad impolverarmi il giorno della Befana, quando sono salito a Febbio da solo al pomeriggio. Mentre salivo la 2k non credevo ai miei occhi. Quel giorno ho fatto 4 discese dalla 2k tutte rigorosamente in polvere. Quel giorno ho realizzato che per godersi appieno la polvere occorre essere in compagnia; perchè dopo ogni serie di curve, quando mi fermavo per tirare fiato, ho avuto l’impellente desiderio che ci fosse qualcuno al quale poter urlare l’esaltazione che stavo provando (mica potevo mettermi ad urlare al vento, da solo….). La seconda ragione per la quale lo scorso inverno è stato unico va collegata all’ingresso nel Crinale di personaggi che, già dalle prime uscite, si sono affermati di prepotenza quali protagonisti indiscussi della stagione! Lauw, Vigna, Arsura, Giò…. Avete fatto dei numeri da circo difficilmente dimenticabili!!! Grazie ragazzi, la nuova stagione è alle porte e sarà sicuramente notevole iniziarla con voi! La terza ragione di unicità va ricercata poco sopra al Lago Saporito. Forse mai come quest’anno il salto della falesia ci è sembrato abbordabile, tanto che qualcuno insinuava che desiderasse tentarlo pure Furmiga…..(Furmiga se mi offri una bottiglia di lambrusco ti faccio il nome di chi ha sussurrato tale possibilità). Forse mai come quest’anno se ne è parlato e ci si è recati sotto alla falesia per giudicare. Un sogno realizzabile?
Chissà….. staremo a vedere; è bello poter desiderare di avverare i sogni, l’importante è essere consapevoli che un sogno non realizzato non implica automaticamente una sensazione di delusione. Infine, l’ultima ragione per la quale l’inverno 2005-2006 è stato unico è quella che forse mi è più cara; io penso che mai come quest’anno il Crinale abbia superato se stesso; mai come quest’inverno tanti sogni sono stati realizzati, all’insegna della ricerca della massima pendenza. In sintesi, la quarta ragione di unicità si estrinseca in due parole magiche: “Canale Est”. Non so se il Canale Est fosse stato disceso in precedenza. E’ certamente possibile, ma a me non risulta e devo confessare che fino allo scorso inverno l’ho reputato una discesa riservata a pochissimi eletti. Quest’anno Filippo, durante un’uscita solitaria da ricordare, si è buttato dentro ed è sceso. La discesa solitaria di Filippo, nel nostro piccolo, ha avuto l’effetto tipico delle grandi imprese: ovvero, innescare un rapido e significativo progresso. Nelle due settimane successive si sono buttati dentro al Canale Est una moltitudine di noi. Mi sono buttato pure io, nuotando nella neve e scavando una rigola che forse è ancora là….. In quelle due settimane i nostri sci hanno preso possesso della parete est del Prado. Sono stati giorni unici che hanno aperto, per noi del Crinale, una nuova frontiera nel Crinale. Bellissimo! Purtroppo all’unicità dello scorso inverno ha fatto seguito un’estate che ci ha ricordato brutalmente quanto pericolo sia insito nelle nostre attività in montagna. Tutti noi, più o meno ad alta voce, abbiamo riflettuto sul nostro amore per l’avventura, sulla necessità di riuscire a mantenere sempre e comunque un equilibrio che è reso precario dall’eccesso di polvere e di confidenza.
E’ assolutamente obbligatorio che l’inizio del prossimo inverno sia accompagnato da una forte consapevolezza. Nel momento in cui molti di noi hanno fior di sci ciccioni in cantina, nel momento in cui l’attesa di nuova polvere si sta facendo spasmodica, è più che mai imprescindibile che promettiamo a noi stessi di essere sempre consapevoli di ciò che ci apprestiamo a fare (leggetevi le dieci massime del Crinale. Sono attuali più che mai). L’amore per la montagna comporta rischi, sempre e comunque. Ciò che quest’anno siamo riusciti a fare comporta qualche rischio in più rispetto al passato. Tuttavia, l’adozione di norme di prudenza che tutti conosciamo riduce questi rischi ad un livello che io personalmente ritengo largamente accettabile. E’ però necessario ricordare che l’applicazione di queste norme non richiede solamente la loro conoscenza (sarebbe troppo facile….).
L’arte di essere davvero prudenti richiede anche una capacità raffinata di valutazione delle proprie condizioni e di quelle della montagna. Una capacità che è propria dei grandi alpinisti, che non è facile da acquisire e che spesso possediamo in misura inversamente proporzionale rispetto a quanto supponiamo. La valutazione obiettiva di se stessi riesce a pochissime persone, dobbiamo tenerlo ben presente! Quindi Ragazzi, fuoco alla polvere quando sarà il momento, ma solo quando siamo sicuri al 100% di poterlo fare. Sono pienamente convinto che il prossimo inverno sarà da ricordare almeno quanto quello precedente. Ci attendono giornate meravigliose, e saremo in tanti a godercele fino in fondo! Intanto grazie Crinale per alimentare in continuo nuovi sogni, nuove gioie e soprattutto nuove e vere amicizie. Intanto organizziamo una cena…..!!!
A prest!

Sturno (Grande Verro 2005) oggi posseduto da Tony Giger

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