La
natura ci regala il cambiare delle stagioni e il mutare degli eventi, il
più grosso ringraziamento che l’uomo può offrirle è il saperne
usufruire apprezzando ogni suo cambiamento, e farlo diventare speciale.
Occorre
saper apprezzare la nebbia fredda di novembre,i faggi che trasudano lo
scirocco, le nuvole che avvolgono le cime e l’erba gialla di ottobre che
si veste di ghiaccio. Occorre portare pazienza perché prima o poi, come
una bella donna , arriva la neve, puro fenomeno fisico ma che per qualcuno
rappresenta la sintesi della libertà.
La
stagione 2002/2003 volge al termine. Abbiamo annusato l’aria in tutti
questi mesi per aspettare questa magia che a modo tutto suo è arrivata.
Inaspettata, perfetta, pesante o finissima…magica. Facendo un resoconto
finale questa stagione lascia nelle gambe e in testa principalmente curve
in powder su neve bellissima, nuove e preziose amicizie e
qualche imprecazione
per qualche crosta non portante o zoccolo sotto la soletta.
Adesso
che i prati sono tornati verdi e solo qualche canale rimane per i
fedelissimi, è bello ricordare anche le croste che sfondano,i ghiaccioni
su cui nemmeno le lamine più affilate tengono e i “ cappelli” sulla
Piella e sul Prado col vento freddo che ti sferza il viso, perché per
raggiungere la perfezione di un quadro, occorre mischiare le varie arti, e
ditemi se non è un arte disegnare onde e creste di metri o nuvole dalle
forme più bizzarre, o specchiare talmente tanto un pendio da farlo
diventare visibile fin dalla pianura… Si visitano nuovi posti, si rigano
nuovi pendii, ma a capo di tutto sta il ricordo del Crinale. Una
Carcamogena o un Vallestrina in una giornata epocale nel cuore di chi
apprezza il regalo di Madre Natura, forse valgono più di un 4000, per
altri nascono nuovi orizzonti che tuttavia vengono sempre misurati con i
pendii di Cusna e Prado. Il ciclo delle stagioni continua, fregandosene di
tutto il resto. Adesso si ascolta il rumore del vento tra l’erba del
Passone e si rimane incantati davanti ai riflessi delle acque del
Bargetana, in attesa che la nebbia e il vento facciano di nuovo gelare i
rami dei faggi davanti al Rifugio…
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