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Numero
11 - Luglio 2005 |
E
alla fine il Gigante si mosse. Anzi, all'inizio. Perché i lunghi
seggiolini depositati nel parcheggio, per molti un avanzo quasi
archeologico di una tre-posti che altri hanno scartato, sono il passo più
lungo che Febbio ha fatto negli ultimi anni, pari soltanto
all'allargamento della stradina della 2000 e del curvone della Pianelli.
Un passo che può rimettere in moto la macchina delle presenze degli
sciatori, l'investimento che non permette il salto di qualità ma che
toglie dalle sabbie mobili la stazione. Quei seggiolini, quelle carrucole,
i piloni, i plinti e tutto quello che seguirà (compreso il taglio degli
alberi) darà una nuova conformazione alla stazione, conformazione che è
ancora lontana da definirsi e da perfezionarsi nel tempo ma che vestirà
diversamente l'orizzonte di chi guarda su. Seguendo le voci che sono
circolate in questi tempi e toccando tutto il ferro di cui è composta la
2000 per scaramanzia, avremo un modo nuovo di accedere alle piste, avremo
nuove piste e nuove possibilità sperando che la gente "in più"
che la nuova macchina porta su si disperda in tutti i tracciati in modo da
non trovarsi con troppi sciatori su piste come la Rescadore, notoriamente
perfetto campo per chi deve imparare. E si ricordi che quest'anno le piste
sono state nel 90% dei casi battute tutte e perfettamente. Escludendo solo
lo squacquerone di fine stagione (ma sfido chiunque a battere in quelle
condizioni) e i le carenze di sicurezza in alta quota già evidenziate
durante l'anno non possiamo certo lamentarci di questo aspetto della
gestione 2005.
Ma alla faccia di quello
che sarà e di quando funzionerà, i nuovi seggiolini (e i piloni, ecc...)
sono il simbolo dell'ultimo salvagente, dell'ultima spinta verso l'alto
per riportare non dico i fasti degli esordi ma all'onore della decenza che
questo posto merita, sia d'estate che d'inverno. Tutto sarebbe potuto
finire con amarezza. Ma siamo ancora qui attaccati ad un cavo
attorcigliato, unto e bisunto di grasso che continua a portarci verso il
cielo. Forse ce la facciamo a calcare quelle piste per molto tempo ancora.
In bocca al lupo per tutto. |
Tony Giger |
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