I° MOVIMENTO
PRELUDIO
La neve scendeva veloce e scintillante
nell'aria gelida, là fuori, ed io me ne stavo seduto e rilassato nella mia vecchia
poltrona: il buio, la musica ed il delicato torpore del calorifero mi stavano facendo
sprofondare in un sonno quasi inesorabile. Le note scivolavano nel mio cervello e mi
cullavano con lo stesso ritmo della neve, là fuori
Non avevo alcun pensiero in
testa: ogni problema, ogni ricordo, ogni "disturbo" che avrebbe potuto occupare
la mia testa aveva lasciato spazio ad una strana, ma sensuale serenità. Non sentivo
neppure la solitudine, tutto, quella sera, mi faceva compagnia: le lontane luci dei paesi
(ancor più iridescenti col gelo), lo scricchiolio della neve, là fuori
Aria, improvvisamente. Un vento mi
accarezzò il viso come una gelida mano e m'investì il resto del corpo.
Poi mi lasciò di nuovo al calore.
Sveglio, mi interrogai per capire da
dove poteva venire quell'alito di gelo; era finita la musica. Nonostante l'ora tarda mi
alzai per cercare un altro CD e godermi ancora un po' tutta quella rilassatezza.
Goffamente, mi tirai in piedi e mi accorsi di una figura che in un angolo nascosto mi
stava fissando.
Paura! Mi nascosi il viso tra le mani:
'Sto sognando, sto dormendo
non è vero?!'
Dopo qualche secondo, riuscii a
distogliere le dita dagli occhi trovando la pallida figura a pochi centimetri dal mio
naso. Mi trovai un evanescente e biancastro fantasma di fronte
reale! Una silfide
dell'aria? Uno spirito luminoso e longilineo, vestito di una setosa tunica scura dalla
quale traspariva il corpo fosforescente, ma confuso. Il suo viso, invece, era
perfettamente nitido: la moltitudine di colori che mostrava era in fantastico contrasto
con quel corpo in bianco e nero. Era una fanciulla orientale, gli occhi naturalmente a
mandorla erano di un verde smeraldo lucido e profondissimo, si notavano subito su quel
viso pallido. Anche le sottili labbra avevano un rosso artificiale, un rosso mai visto,
completavano il tutto una corona di lunghi capelli nerissimi e lisci. Ero affascinato ed
impaurito, avevo smesso di respirare ed i miei muscoli non avevano più nessun potere.
Sorrise, mi prese una mano e la guidò
fino alla fila dei CD, sotto lo stereo. Estrasse quello di Bach e selezionò il primo
brano: "Preludio alla I° suite in sol maggiore per violoncello", sembrava
sapesse che l'adoravo. Poi iniziò a danzare, sorridendo
quel sorriso! Velocemente
mi rassicurò; mi attirava, anche se la sua espressione poteva sembrare addirittura
maligna. Finita la canzone, svanì. Mi convinsi di aver sognato e me ne andai a dormire.
Da quel momento, invece, quella
misteriosa orientale non mi lasciò più, trasformandosi in una nuova preziosa amica; la
sua fedeltà era incrollabile: bastava un mio pensiero verso di lei per farla apparire, ma
ben presto iniziò a venire di sua spontanea volontà. Il tempo di queste apparizioni era
variabile, ed essa interagiva con il mio pensiero e con i miei sentimenti: nei momenti
peggiori era sempre pronta a regalarmi un nuovo sorriso: mi accarezzava, mi faceva ballare
con lei e mi abbracciava, ed anch'io l'abbracciavo
abbracciavo una forma di solida e
calda nebbia. Poteva capitare che mi baciasse, ma sempre, subito dopo, si ritraeva come se
si vergognasse.
Non parlava, anche se i suoi occhi e
le sue espressioni potevano sostituire la voce. Spesso tentava di scrivere: aveva una
predilezione per le penne nere, di qualsiasi forma fossero. Tracciava caratteri confusi e
spesso illeggibili, ma quando si capivano risultavano essere di una lingua simile al
greco, ma che greco non era. La chiamavo Silyen: una volta, alla mia domanda di come si
chiamasse, lei scrisse queste cose: SS lyen. Glielo pronunciai e le
piacque.
Poteva capitare che Silyen si mettesse
a piangere ed allora toccava a me "curarla": solo in questi momenti poteva
trasmettermi le sue sensazioni tramite il pensiero, e diceva cose bellissime.
Pian piano iniziò ad apparirmi non
solo nella mia stanza, ma anche in auto e nei locali, dove nessuno naturalmente la poteva
vedere, tranne me. Ed ogni apparizione era favolosa: mi ero affezionato ad una figura
inesistente
e le volevo bene.
Non ho mai saputo chi o cosa fosse e
da dove venisse, avevo troppa paura di offenderla o di perderla. Tenevo troppo a quel
radioso ed affascinante sorriso, quegli ipnotici occhi. Ieri sera le ho detto che Silyen
sarà il suo nome, le ho detto che lei è la mia musa, la mia musa d'oriente e ne è stata
felice. Mi ha dato il suo accordo, sorridendo.
Forse non ho ancora nulla di lei.
Forse ancora non la conosco neppure.
Non voglio lasciarla
II° MOVIMENTO
MUSA D'ORIENTE
Torna a parlarmi ancora,
musa d'oriente.
Posso vedere i tuoi occhi, sottili e
pieni di vita, anche se non conosco la tua fisionomia. Vedo il tuo movimento leggero e
sinuoso: ti giri, rotei lentamente e ti fermi, guardi, come se non vedessi nulla e muti la
sua espressione con caratteristiche dolci e acide
Ma tu vedi; vedi e mi osservi
cercando qualcosa. Neppure tu sai cosa, ma lo cerchi comunque.
silenzio
No. Forse non ero io ciò che
guardavi
perplessità
Poi ti giri di nuovo, come danzando
una musica che non puoi sentire: le troppe parole ed il tempo ti hanno assordato. Ma tu
senti, musa d'oriente, e le tue orecchie possono trasmetterti ciò che captano
Danzi
di nuovo.
silenzio
Forse danzi sulla mia musica, che ti
ho dedicato, forse è il suono della mia vecchia chitarra che t'ispira. No
forse non
è proprio la mia musica che vuoi sentire, è la mia voce (
eppure è così sgraziata
e brutta).
silenzio
già, come ho fatto a pensarci?
Balli.
Forse su Bach, Chopin o Beethoven?
silenzio
Di nuovo ti fermi. Ridi. Guardi ancora
verso di me (ma non mi vedi) e ti siedi, dolce, sensuale. Le gambe si piegano al tuo
fianco e fanno da cuscino al tuo corpo.
Se tu potessi pensare, ne sono certo,
penseresti ai nostri giorni mai vissuti, ed a me. Ma tu puoi pensare, musa d'oriente.
Pensi, certo
i tuoi verdi occhi a mandorla sono rivolti verso l'alto e le tue labbra
hanno un sorriso piacevole e concentrato, ti accarezzi i capelli.
Lentamente.
Con calma.
silenzio
Ma a chi pensi, musa orientale, forse
hai dimenticato i nostri giorni mai esistiti, hai dimenticato le tue giovani parole
antiche, hai forse dimenticato anche che mi amavi?
No. Non reagire così. Perché il tuo
viso ora si è corrucciato?
perplessità
Ti alzi e mi vieni incontro.
riflessione
Il tuo viso torna lentamente sereno.
smarrimento
Cammini indecisa nel tuo spazio
infinito, esamini i luoghi e poi ritrovi la via. Ora mi sei di fronte. Posso sentire di
nuovo il tuo profumo delicato e dolciastro: se tu fossi un fiore, ne saresti sicuramente
uno mai esistito. Sono inchiodato al tuo ipnotico sguardo, musa d'oriente. Con quali mani
ora, mi stai toccando il viso? Perché, se tu potessi passare le tue dita tra i miei
capelli lo faresti, vero?
silenzio
Tu puoi farlo! Peccato che la tua
mano, che sembra proprio sopra di me, devia verso
non vedo, ma non viene a guidarmi
di nuovo.
Poi torni indietro.
tristezza
Torna a parlarmi di nuovo, musa
d'oriente. Parlami ancora, anche se non esce nessun suono dalla tua bocca. Ma tu puoi
parlare!
malinconia
No
forse
le tue parole non
sono dirette a me.
silenzio
Torna a parlare ancora, musa
d'oriente.
Torna, perché posso guardare i tuoi
occhi ed il tuo corpo, ma so che non balli la mia musica e non sbrogli più i nodi che si
formano sulla mia testa e nel mio cuore
silenzio
Tu
silenzio
Vivresti, se esistesse una vita che
potresti vivere: saresti troppo eterea per il mondo: finora eri esistita attraverso di me,
col mio aiuto ed aiutandomi, e continuerai, lo so.
Continuerai a farlo attraverso di me!
silenzio
No
forse non lo farai, musa
d'oriente: hai trovato una vita tua ora.
E la vuoi vivere.
silenzio
E' giusto.