--- apro un altro posto per non appesantire troppo di foto quello già aperto ---Siamo legati a dei numeri. Siamo legati a dei traguardi, a delle linee immaginarie. Siamo legati a delle convenzioni. 1000, 2000, 4000, 6000, 8000 e via dicendo esistono perchè noi li abbiamo creati. Abbiamo inventato i numeri e allora quando per qualsiasi motivo o per qualsiasi cosa arriviamo a 1000 (MILLE!) crediamo di avere raggiunto un traguardo di chissà quale valore (così per 4000...8000...10000...) mentre alla fine, pensandoci bene, vale quanto un 992 o un 1027.
Abbiamo inventato il metro. Ci misuriamo le distanze, ci misuriamo le altezze. Un 4000 sarebbe alto così anche se non esistessero le unità di misura, eppure abbiamo gli altimetri che coi numeri rendono suggestivo il raggiungimento di quel traguardo che solo per un caso della storia (e grazie a chi ha invetato il metro proprio lungo così) è quello che è.
Ma è solo suggestione?
Col cavolo! La sensazione più forte che ho avuto e quella che mi ha colpito di più durante la salita ai nostri primi 4000 è che potevano andare a farsi benedire tutti gli altimetri, tutti i numeri, le convenzioni, tutte le unità di misura, i metri, i centimetri, i milliBar, ecc... perchè da un certo punto in avanti sentivo di essere in una zona (l'alta quota) diversa, una zona nella quale davvero non si poteva più scherzare tanto, una zona nella quale la tranquillità diventa una cosa relativa, una zona nella quale 100 metri in più o in meno fanno la differenza.
Adesso...detta così potrebbe sembrare esagerata...eravamo pur sempre a 4000 metri (mica a 8000) sul Breithorn, vicino a decine e decine di persone (mica dispersi chissà dove), su pendii facili, con rischi bassissimi, eppure ho sentito qualcosa che non avevo mai provato prima e spero di evere reso l'idea.
La sensazione più impressionante, che non mi sarei mai aspettata, è stata quando eravamo sul colle del Breithorn a circa 3850 m. Andavamo benissimo, fisicamente a posto, tranquilli, nessun segno dell'altezza e della tirata mattiniera in macchina, in funivia e a piedi. Ci fermiamo un attimo sotto la gobba del Breithorn per le foto, scherziamo e guardiamo il panorama. Ripartiamo e 20/30 metri dopo la botta! Tutti contemporaneamente abbiamo iniziato a sentire un lieve mal di testa che ti prendeva davanti pulsando ad ogni passo, picchiando più forte dopo ogni sosta e tutte le volte che ti chinavi. Per qualcuno ragionare serenamente è diventato molto più difficile e di contro è stato molto facile farsi prendere da una certa ingiustificata agitazione.
Niente di che, infatti siamo arrivati (anche se con qualche ritardo di troppo) in vetta abbastanza agevolmente e la soddisfazione è stata grande, ma è stato strano...
E' allora vero, me lo avevano detto e posso confermarlo: il problema non è tanto fisico quando si fanno escursioni a certe quote (come fiato e come gambe ho fatto per esempio più fatica a salire sul Cusna), ma di essere abituati mentalmente e soprattutto di ambientamento. Sono convinto che se avessimo passato una notte in rifugio prima di salire probabilmente non avremmo sentito niente.
Azzo...rileggendo quello che ho scritto sembra che abbiamo fatto chissà cosa...
Parenti e amici tranquilli: tutto ok!
Alla fine il massimo che ci è successo è di avere perso mentalmente Alberto per due orette e per il brindisi finale che abbiamo recuperato poi in parte in Autogril (Becca...ci stanno ancora cercando...).
Bè ci sarebbe anche da raccontare qual'è stata la vera sfida (con la "M" maiuscola...) estrema di Cristian, ma questa è un'altra storia...nel bagno del bar Breithorn la verità...
Ancora grazie a tutti per l'indimenticabile giornata! Qui bisogna organizzarci per la prossima!!! Ma Spagni&Co non volevano organizzare qualcosa? Mi frullano in testa Capanna Margherita e il Gar Paradiso adesso...poi potrò dire di essere soddisfatto di me stesso!
Un pò di foto nell'attesa dello speciale:
Dal Pleteau Rosà verso il Colle del Breithorn.
L'immensa piana del Colle del Breithorn! Sullo sfondo da destra (Cristian correggimi se sbaglio) il Castore, il Polluce più sotto, il Lyskam e più lontano la punta Dufur del Monte rosa.
La nostra meta dietro di noi! Sembra vicina, ma...
Vista sul Cervino. Scusate se è poco.
Attacco alla vetta!
Verso la cima nebbia incombente.
La vetta è nostra! 4165 metri...i Crinale mai così in alto!
Qundo si aprono per un attimo le nuvole lo strapiombo della parete nord ci ricorda dove siamo.
Preparativi pre-discesa.
La crestina che porta dal Breithorn Occidentale a quello Centrale. Occhio a dove mettete i piedi!
Prima eravamo là in mezzo!
Cervino tra le nuvole. Forse è meglio scendere!
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Girarsi indietro a guardare e pensare:
"Quella è la mia traccia, dunque esisto".