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MTB: un giro da urlo!
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MTB: un giro da urlo - 12 Luglio 2003 -

Erano le 17.30 di sabato 12 luglio...
Mentre la pianura ardeva sotto il sole cocente, a Fanano, come in buona parte dell'Appennino, gli alberi gocciolavano per il recente temporale, mentre le nubi lentamente si diradavano e la temperatura si aggirava attorno ai 20°C.
Mi faccio firmare 2 ore di permesso dalla moglie, prendo la mountain bike e...parto a razzo! Beh, a razzo no perché la strada saliva...
In 20' raggiungo il vicino paese di Fellicarolo (900m). Atmosfera da incanto con le abetaie che lasciavano filtrare i raggi dell'ultimo sole, ben evidenziati dai vapori che il sottobosco liberava...
Prendo la stradina che porta, con un lungo falsopiano e poche decise rampe, alle Cascate del Doccione (ahimè, non vi racconto...) e quindi, con lunghi tornanti sterrati, ai bellissimi pianori de i Taburri (1230m). Arrivato su mi concedo una pausa per un breve ristoro alla sorgente: 1' e mezzo e viaaaa!
Ora lo sterrato diventa un vero e proprio sentiero, a tratti fangoso, a tratti ricoperto di erba al punto da inzupparmi fino alle ginocchia, però che bellezza quell'acqua fresca che mi bagnava le gambe...
Ogni tanto mi voltavo per vedere la catena del Libro Aperto e la statica sagoma del Cimone, poi riprendevo a salire: a volte mi sembrava di calciare i pedali, quasi la bicicletta fosse un mulo cocciuto da spronare. Altre volte dovevo scendere ammettendo i miei (tanti) limiti, di equilibrio o di preparazione atletica (chi mi conosce non potrà dubitare sulla seconda affermazione), ma era bello anche a piedi...
In un'occasione la bici si è piantata, poi si è inclinata dalla parte sbagliata (la valle), quindi ho dovuto fare un salto e mi sono messo a correre in mezzo ai mirtilli per non cadere! Con le scarpe da ginnastica, neanche le pedule (nota per i più giovani: leggi scarpe da trekking)! Che rimpianto ripartire senza assaggiare nemmeno un mirtillo (il tempo è tiranno)! Eh sì, mirtilli... Boh? Chi ci capisce più nulla, un anno ne raccolsi tanti a settembre...
Arrivato al Passo del Colombino, 1525m, tra la valle di Ospitale e quella di Fellicarolo, il paesaggio era davvero splendido (sempre relativamente all'Appennino... ma a me piace un sacco comunque!): spostandosi di pochi metri si vedevano entrambe le vallate e i monti dal Cimone al Libro Aperto, Spigolino e Corno Alle Scale...
Qualche minuto di contemplazione, senza voler pensare all'ora... anzi, pensando che avrei dormito volentieri lassù, quasi quasi anche senza tenda...
Quando guardo l'ora vedo che... era quasi l'ora alla quale avevo detto che sarei rientrato!
Via! Raggiungo il punto più alto (1549m), quindi mi butto in discesa!
L'erba alta mi nascondeva completamente il fondo del sentiero, dunque se c'erano tronchi o sassi lo scoprivo... a posteriori!
Non solo, ma l'erba a volte nascondeva rovi e ortiche... Le prime volte ci facevo caso, poi no, anzi, non frenavo neppure né cercavo di scansarli...
Mi cade 5 volte la catena (2 volte s'inceppa anche il cambio...), un paio di volte salto dalla bici per non cadere, ma la cosa più dolorosa è stata, da fermo, un colpo di pedale sul ginocchio!!! Atroce! Ginocchio nudo, pedale in ferro coi dentelli! Mi devo mettere a sedere per la botta. Mi gira un po' la testa e penso... sono ancora a 1300m, sono le 19.30 (17.30 + 2h), sono stanco morto, infangato fino alle orecchie, sfregiato dai rovi, non so come sarà il sentiero, ma so una cosa...sono contento!!

Arrivato a 1350m circa mi trovavo sul monte esattamente di fronte a casa dei miei (M. Pizzo). Mi "affaccio" da una radura e intravedo, nel bosco del versante di fronte, i tetti delle case di Valdellucce, la frazione vicino a Fanano dove i miei hanno la casa. Erano quasi le 19.45. Telefono alla Stefi: "Sono un pò in ritardo..." "Dove sei?" Fatidica domanda... "Se ti affacci e guardi in su, verso il M.Pizzo..." Non vi dico la delusione nello scoprire che... non sapeva dov'era il M. Pizzo!!. Ovviamente non mi vede. In linea d'aria sono quasi 1.5 Km (dislivello quasi 600m, distanza orizzontale 1350m). "Venite in terrazza, che faccio un urlo..." "Siamo già in terrazza" c'erano anche i miei genitori, mia sorella e i miei bimbi. Spengo il cell. e caccio un urlo bestiale (sono ancora senza voce solo per quell'urlo!!!), da sentir male alla gola. Poi li richiamo: "Sentito?" "Eccome! Giulia ha chiesto: «Cos'è stato, mamma?»".
Se avessimo tenuto acceso il cell l'avrebbero sentito prima sul cell e poi dal vivo.
Ok, scendo più tranquillo (si fa per dire) e in poco più di mezz'ora arrivo a 590m, con le gambe scorticate e sporco di fango e olio da catena.
Bici in spalla per i gradini che portano al torrente, poi le ultime due rampe (15% circa) e arrivo a casa!

1h di ritardo, ma che spettacolo!

...ne avevo proprio bisogno di un giro così!

Salvatore Quattrocchi ("Vava" sul forum)

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