La
gita
Tipo gita: sci alpinismo
Partenza: Febbio 2000 dalle piste
Quota partenza: 1144 m.
Vetta: Monte Cusna
Quota vetta: 2121 m.
Dislivello: 977 m.
Difficoltà incontrate: BS (Buoni Sciatori)
Valutazione: stupenda, favolosa, da ricordare!
Condizioni meteo: sereno e ottima visibilità.
Condizioni neve: perfette. In alto leggero strato farinoso sopra
60/80cm di neve assestata, poco più pesante dalla Bora in giù.
Presenza di accumuli di neve ventata.
Pericolo valanghe: debole.
Partecipanti:
Beddo, Gazza, Matteo, Alberto,
Cristian, Roberto, Andrea.
La cronaca
Il ritrovo è
fissato a Febbio 2000 Sabato 14 dicembre 2002, ore 9.30.
Dopo averne parlato a lungo e dopo avere organizzato la gita per giorni
usufruendo di tutti gli strumenti multimediali in possesso del Crinale
finalmente il giorno della verità è arrivato.
Si
intuisce subito che sarà una giornata faticosa ma speciale: siamo in
tanti (Andrea è addirittura all’esordio), il tempo è stupendo, il
sole splende e tutto è coperto di neve.
I saluti e le
presentazioni di rito avvengono in fretta: ci sono il bosco, la neve, il
Cusna e pendii immacolati ad attendere le nostre tracce, meglio non
farli aspettare.
Gli ultimi
preparativi sono al termine. C'è chi nello zaino si porta la piccozza,
chi telecamera o macchina fotografica e chi preferisce un panino al
salame. Questione di stile... Immancabile per quasi tutti l'erbazzone
ultraenergetico e ipercalorico (qualcuno dice anche allucinogeno) della
Rina: 150 grammi di bontà in erba di Crinale.
Sci
ai piedi, pelli agli sci, si parte.
Il
ritmo è subito elevatissimo e dopo poche centinaia di metri il gruppo
è già molto spezzettato, ognuno sale col suo passo fino all’arrivo
della Rescadore. Dopo di che ci si ferma per una pausa e per
ricompattare il gruppo. Pochi minuti in cui ci rendiamo conto di quanto
perfette siano le condizioni per l’ascesa, siamo ansiosi di arrivare e
si riparte.
Alla
curva della Pianelli, famosa per essere il punto dove chiunque si ferma
quando scia in pista, l'itinerario (dapprima incerto) è deciso. E'
Cristian a proporlo e viste le ottime condizioni meteo e di innevamento
non ci si pensa un secondo prima di accettare e partire più
convinti che mai. Tagliamo quindi nel bosco per raggiungere il sentiero
17 che ci condurrà in vetta. Da questo momento in poi si incontrano le
maggiori difficoltà.
La
prima di queste consiste nell’attraversamento di un piccolo ruscello
che taglia il nostro tragitto dividendo in due un ampio prato bianco
ricoperto da un cospicuo strato di neve. Ci serviamo per
l'occasione di uno stretto ponticello fatto da due sottili assi di legno
risalenti a MILLE anni fa'. L'importante è non bagnare le pelli ed
evitare una brutta figura davanti alle inclementi telecamere e macchine
fotografiche.
Da
questo momento in poi possiamo veramente dire di esserci lasciati alle
spalle le piste battute e di avere davanti a noi tutto quello che nei
giorni precedenti avevamo sognato. Niente e nessuno potrà più
impedirci di gustarci a pieno questa magnifica giornata. E come dice una
vecchia massima: "Chi lascia la pista battuta per la Bora...era
ora!"
Proseguiamo
quindi lungo il sentiero fino all’uscita dalla vegetazione: in discesa
sembra molto facile, mentre in salita presenta passaggi molto ostici. In
un punto per qualcuno è stato addirittura necessario togliersi gli sci,
sprofondando con tutte le gambe nella neve.
All’uscita
dal bosco il tratto più difficile: dobbiamo attraversare il ruscello in
fondo alla Bora e poi salire lungo il pendio molto ripido.
L’attraversamento avviene in scioltezza da parte di tutti ma per la
successiva salita si rende necessario l’uso dei coltelli perché gli
sci scivolano sul sottile strato di neve fresca che ricopre il ghiaccio.
Dopo
questa operazione si riparte e comincia il tratto più duro e faticoso:
la risalita del canalino in fondo alla Bora. Il gruppo non è più
compatto, le gambe cominciano ad irrigidirsi e la fatica si fa sentire,
ma tutti continuano a salire.
Il
paesaggio comincia ad essere davvero spettacolare, più di una volta ci
fermiamo ad ammirare il panorama e ... già che ci siamo anche a
riprendere fiato. Ad Est il Cimone è ben visibile in lontananza e nella
stessa direzione i pali della seggiovia 2000 ci fanno capire una volta
per tutte quanto sia diverso guadagnarsi ogni metro di salita con tanto
sudore e fatica. Lo scorcio più bello e caratteristico ce lo regala il
Cusna (vedi foto) spuntare lontano e maestoso proprio davanti ai nostri
occhi alla fine del canale.
Terminato
il passaggio in forte pendenza giriamo a destra affrontando il lungo
tratto quasi pianeggiante che ci porta ai piedi della vetta immettendoci
sulla cresta del sentiero proveniente da Monteorsaro. E' qui che Gazza,
stremato, deciderà di lasciarci proseguire da soli per
scegliere un percorso alternativo scendendo lungo i prati di Sara
fino alla peschiera. Rimaniamo quindi in sei, ma in compenso ci
accorgiamo che il Cusna può diventare più affollato di sci alpinisti
che la Rescadore di sciatori. Infatti ci mischiamo ad altre sei persone
ed in fila indiana ci accingiamo a sferrare l'attacco finale alla vetta.
In
lontananza notiamo una serpentina scendere dalla vetta. Qualcuno ci ha
preceduto. La visione proietta d'un tratto i nostri pensieri alla parte
più bella e sospirata della gita: la discesa.
Le
forze per i meno allenati sono ormai poche, qualcuno si ferma a
mangiare, ma ormai ci siamo, mancano solo due lunghe diagonali per
arrivare. L’eccitazione e la fame sono tali da farci proseguire con le
ultime energie rimaste.
Ultimi
metri, piano piano comincia ad apparire qualcosa di bianco che sembra
un’asperità del terreno, proseguendo però questa si fa sempre più
grande e più alta, è la croce!
I
primi ad arrivare sono Alberto e Roberto seguiti da Cristian, Andrea,
Matteo ed infine io. Il Cusna è affollatissimo di gente con gli sci ai
piedi; é bello vedere che tanti condividono la nostra passione.
Decidiamo
quindi di scattare qualche foto tutti assieme per ricordo e dopo un
breve spuntino cominciamo a prepararci per la discesa.
Ci
siamo, si parte!
Un
sottile strato di neve fresca ricopre il ghiaccio rendendo la discesa
agevole e bellissima. Non potevamo trovare condizioni migliori. Urla di
gioia, grida, iuuhuuu e iiihaaa vari accompagnano la nostra discesa.
Troviamo il tempo e il modo anche di fare qualche salto (e una
caduta...).
In men
che non si dica ci troviamo a tracciare scie perfette lungo la Bora. Siamo
in tanti ma c’è spazio a sufficienza perché ognuno possa trovarsi un
pezzo di neve ancora vergine da solcare.
In
fondo alla Bora alcuni optano per scendere dallo stretto canalino, altri
lo attraversano per godersi una Carcamogena.
Ci
si ritrova all’inizio del bosco. Le gambe sono ormai distrutte, è
davvero dura sciare in fuori pista dopo una faticata del genere, ma
tutto è così perfetto da farci andare avanti imperterriti senza quasi
mai fermarci. Chi h i crampi se li tiene, chi ha il fiatone lo ricaccia
in gola. Troppa la felicità e la contantezza.
Qualche
difficoltà nel bosco (alberi che attentano al nostro fondoschiena) e
siamo in pista lungo la Pianelli. Qui purtroppo è già passato il gatto
e siamo a costretti a scendere lungo una pista piena di grossi grumi di
ghiaccio che la rendono quasi insciabile e faticosissima. Il più però
e fatto e in pochi minuti siamo a valle.
Torniamo
alla realtà. Le piste non ci sono mai sembrate tanto insignificanti, i
fuoripista mai così emozionanti ed appaganti. Un conto è salire in
seggiovia e sciare anche in fuoripista più volte al giorno, un conto è
guadagnarsi la possibilità di un'unica discesa da gustare fino l'ultima
curva salendo con le proprie forze. Con in aggiunta il piacere
immenso che l'obbiettivo di conquistare una vetta (qualunque essa sia)
sa dare.
Ci
si guarda indietro soddisfatti, è stata una mattinata meravigliosa,
quasi irripetibile.
Stiamo
per andare via quando arriva lui: il Poeta della Montagna. Gli
raccontiamo subito l’uscita e lui ci mostra le foto della seggiovia
completamente ricoperta di ghiaccio. Siamo tutti orgogliosi
dell’impresa e ansiosi all’idea di ripeterla, ora ci aspetta un
lauto pranzo e magari una bella dormita (bè...non proprio tutti..) per
riprenderci dallo sforzo, siamo stanchi ma davvero soddisfatti.
Le
discussioni sul forum: La
discussione sulla gita...
Le
prime foto... Link
interessanti: www.rifugiobattisti.it
Sono stati con noi Roberto il gestore del rifugio
e Cristian il Web Master del sito del rifugio.
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