|
Vallestrina
diretta Nord Ovest - 8 Febbraio 2004
|
|
Prologo
di Tony Giger
Il Vallestrina ha un fascino tutto suo. Più volte se n'è parlato e si è
descritta la sua forma, la sua posizione, brusca e selvaggia interruzione
della linea morbida del crinale. La parete Nord Ovest è una vera parete,
in miniatura, di una vera montagna, in miniatura. Tuttavia, soprattutto
d'inverno, il fascino e la soggezione che si provano dinnanzi o sotto di
essa non contemplano il termine "miniatura". Che si tratti di
sciarci sotto, di ammirarla dalla cima o di guardarla in foto, questa
montagna attira sempre un'attenzione che le altre cime del comprensorio
difficilmente riescono ad eguagliare. Non è la più alta, non è la più
difficile, sicuramente è la più coreografica e, forse, la più bella.
Diviene quasi naturale, quindi, che i racconti sulle sue ascese dirette per
la parete NW assumano la dimensione di piccole imprese, ancorché
goliardiche, e come tali raccontate. Sul forum una volta è stata
aperta una discussione che, più di ogni altra cosa, racchiude in se il
senso e lo spirito che caratterizzano quel cuneo di roccia. Si tratta del
racconto di una giornata particolare salendo la parete del Vallestrina. O
meglio, sono le relazioni di due vie "storiche" e il
racconto di Sturno della salita per la direttissima compiuta nel febbraio
2004. Un po' di storia, un po' di mito, un po' di folclore, un po' di
ironia, tanto fascino. Questo è il Vallestrina.
|
|
La relazione della via
Ellitilli
Schizzo
della parete NW e della via Ellitilli
|
Alpe di Vallestrina,
parete nord-ovest (settore destro)
Salitori: Lucio Vaccari e
Antonio Vaccari
Il 18/3/2000 abbiamo
salito una linea in questo settore della parete. Esso presenta alcune cenge parallele che salgono da destra verso sinistra
, ovvero verso la cima. La salita sfrutta inizialmente la cengia più
lunga , quella sovrastata dalla fascia rocciosa più alta.
Relazione: si sale il pendio nevoso posto alla destra della verticale della cima
(circa 40°) fino ad immettersi , con alcuni metri più ripidi , circa a
metà lunghezza della cengia.
Si segue la cengia verso sinistra , in salita , per circa 60 metri. Superato un avancorpo roccioso più evidente si abbandona la cengia
salendo un ripido pendio (circa 70°) che permette di immettersi in un
nevaietto pensile sotto la cima. Si percorre il nevaietto fino in vetta superando in ultimo alcuni salti più
ripidi.
Difficoltà proposta: PD
Nome proposto: “Ellitilli”
|
|
La relazione della via
Fornaciari
di Sturno
In rosso la via Fornaciari, in verdino la variante alla
Fornaciari, in blu, a destra, la Ellitilli. In blu, a sinistra, un
bel canale di discesa con gli sci denominato "3-tre".
|
Si sale il canale ben
evidente che solca la parete al centro, appena a sinistra della verticale
dalla cima, fino a giungere sotto una fascia di rocce (fino qui un
centinaio di metri, con pendenza crescente da 40° a 45°). A questo punto
due possibilità.
1) Se le condizioni lo permettono, si traversa orizzontalmente a destra
costeggiando il bordo inferiore della fascia rocciosa, tenendo le mani
sulla roccia. Il passaggio e' esposto e necessita di neve buona dove
poggiare i piedi. Si traversa fino a che la fascia di roccia cede il passo
ad un muretto di terra molto ripido, che si supera direttamente con un
breve passaggio molto pendente (necessaria neve consistente, oppure terra
scoperta. Quando l'ho fatta io ho piantato le picche nella terra e non mi
sono legato, ma bisogna stare molto all'occhio e non so dire se il
passaggio sia possibile anche con neve... se non e' ghiacciata le picche
non tengono e se e' ghiacciata io personalmente non ci andrei). Si esce
quindi sul nevaio sommitale, che si risale direttamente su terreno molto
ripido (circa 50°-55°) fino ad uscire per un canalino che sbocca una
ventina di metri a sinistra della cima. Per cresta in vetta. Questa appena
descritta credo sia la via originale Fornaciari.
2) Circa 10 metri prima di giungere ai piedi della fascia rocciosa, ti
sposti sulla sinistra del canalone in direzione della base di un grosso
roccione. Con abbondante innevamento questo tratto potrebbe essere molto
ripido. (Dal roccione una cengia nevosa prosegue verso sinistra,
permettendo una scappatoia laterale. Da questa cengia credo sia sceso
Strudel con gli sci, minchia...!!). Giunto ai piedi del roccione ,
meraviglia, scopri che fra questo e la fascia rocciosa si apre un
camino-canale invisibile dal basso. Lo si sale senza grosse difficolta'
(passaggi di II abbondante, proteggibile)sbucando a mezza altezza del
ripido nevaio citato nella soluzione 1). Tenendo la sinistra del nevaio si
esce come prima.
Assegnare la difficoltà a questi itinerari è pressoché impossibile,
tanto e' variabile a seconda delle condizioni. Io andrei con non molta
neve e non ghiacciata (altri avrebbero opinioni diverse...), ma in ogni
caso bisogna stare molto molto molto all'occhio. E' sicuramente meno
pericoloso fare la Cresta Kuffner al Maudit.
P.S. una volta sono
andato con neve inconsistente. La traversata a destra non mi sono
azzardato a farla, avevo paura che mi partisse tutto sotto i piedi. Il
tratto per arrivare al roccione, causa l'accumulo, era quasi verticale...
sono tornato giù senza grossi pentimenti!
P.P.S. probabilmente
gia' lo sapete, con buon innevamento dalla parete scende una valanga
abituale di grosse dimensioni.
|
|
La relazione della
direttissima del 8/02/2004
di Sturno
Verso il
Vallestrina
|
Il
Vallestrina oggi ci ha riservato una giornata da ricordare. La parete era
appena un pelo secca (la Fornaciari era in ottime condizioni) ma la terra
era ben gelata e la neve solida e affidabile. Il vento era secco e freddo,
se uno avesse sbinocolato sulla parete avrebbe visto dei riti inusuali
alle soste, con gente sclerotizzata che improvvisava danze di tutti i
generi!
Il roccione sommitale rimane vergine (almeno cosi' a noi piace pensarlo),
quindi la supersuperdiretta rimane da fare. Il roccione e' solcato da un
camino che lo rende probabilmente salibile, quindi spazio ce ne ancora e
tanto. Del resto il concetto di diretta su quella parete cambia
enormemente a seconda del punto di osservazione. Noi abbiamo scelto
l'ipotetica diretta come la si vede (piu' o meno) da Rescadore. La
direttrice è data dallo spigolo che delimita a destra (guardando la
parete) il canale della Via Fornaciari.
La via si chiama Joe Mitraglia, i salitori (guai a usare il termine
"primi") Billo (Lucio), Filippino, Antonello, il Verro e Sturno
(rigorosamente da secondo).
Uscita
dalla partete
|
Relazione:
si attacca in corrispondenza di un canalino che incide la prima fascia di
rocce (vedi foto), un poco a destra rispetto al crestone che segna la via.
Alla base di esse c'e' la prima sosta, un chiodo lasciato e sede per uno
spit (portarsi la piastrina, il bullone e' dell'otto). Si attacca il
canale superando una ripida strozzatura (un chiodo lasciato), si prosegue
fin sotto un roccione che si costeggia a sinistra. Appena è possibile si
traversa a destra e si sale sul roccione. Si prosegue in diagonale
ascendente a sinistra fino ad una comoda sosta, in prossimità del filo
del crestone. 45 m, sosta su un chiodo (lasciato) e sede per spit. Si
supera un caminetto molto ripido sopra la sosta (due chiodi lasciati), si
prosegue in direzione di un diedro che si sale direttamente (possibile
variante a destra). Si prosegue su crestina più facile fino a sostare in
prossimità del filo del crestone, un poco sotto al roccione terminale. 45
mt, sosta su chiodo (tolto) e sede per spit. Si prosegue in direzione del
roccione, su terreno più facile. Si costeggia il roccione a sinistra,
sostando alla sua base su spuntone. 30 mt. Si prosegue per terreno ripido
puntando direttamente alla vetta.
Difficoltà: direi che non è più difficile della Fornaciari, ma
decisamente più continua, presentando in tutti i tiri passaggi al livello
di quelli della Fornaciari. Complessivamente direi AD+.
La via è sicuramente consigliabile, la roccia è solida, tutto sommato
sicura. L'attrezzatura rimasta permette la ripetizione in maggior
sicurezza, credo che sia consigliabile (ma chissà, a me è piaciuta e
forse il mio giudizio e' distorto).
Saremo stati i primi?
A occhio e croce mi verrebbe da dire di no! Ci sono state a RE decine di
persone in grado di sravanare su erba ripida come quella. Molti di loro
hanno fatto robe toste senza tanta pubblicità, un po' per modestia, un
po' perche' effettivamente queste vie sono effimere e mutevoli e spesso
valgono esclusivamente la giornata che hanno saputo regalarci.
Possibilissimo che qualcuno sia gia' salito, magari slegato e senza fare
tanta parata con chiodi e spit. Io credo che però sia importante dire ciò
che si fa, sarà perche' sono appassionato della cronaca e mi dispiace
molto quando sento nominare salite delle quali non si è mai saputo
niente.
La
discussione sul forum...
|
|
LE FOTO DELLA GIORNATA (clicca per
ingradire) |
|
Verso il Vallestrina! |
La via Joe Mitraglia... |
Fittoni Vaccariani! |
|
|
|
Luci e ombre... |
Billo nel passaggio più impegnativo |
Il roccione sommitale dalla penultima sosta |
|
|
|
I Fratellastri! |
Il Verro all'uscita |
|
|
|
|
|