Anche detta Magic
Cervellinea, o Via dei Conigli Sciolti, o Via della Vagia
Broda, o...
Testo di
Andrea, foto di Omar e Matteo
Sabato
7 Aprile 2007, giornata come tante sul Crinale. Sole, impianti aperti,
tanta neve, fuoripista in ottime condizioni primaverili e l'entusiasmo
delle grandi adunate. Nonostante qualche assenza di rilievo la compagnia
è quella delle occasioni storiche e le prime uscite, tra Lago Saporito,
Bora, Piella, Angelo e Ghiacciaio sono all'insegna dell'Euforia!
Lasceranno un segno in questa stagione e avranno un ruolo importante
nell'allargare il sorriso del ricordo di questa giornata.
Le ore passano e le discese si susseguono in un crescendo di divertimento
e confidenza con una neve giocosa che permette (quasi) tutto. A patto di
mollare quanto basta gli sci, meglio se larghi, in modo da farli decollare
su quel manto umido e appesantito dal sole, ma ancora accessibile e in
grado di sorreggerti senza impantanarti, di perdonarti senza punirti.
Pomeriggio, il caldo si
fa sentire e l'arsura cresce. Il Battisti diviene ancora una volta la
meta, tanto gradita quanto ormai obbligata, per rifocillare lo stomaco e
dare ristoro alla gola secca. Sette maschioni a torso nudo invadono la
sala Gastone Borghi del rifugio ed è baracca, ancora una volta. Iniziamo
a mangiare (e bere...) alle 16 e l'ultimo brindisi lo leviamo al cielo
poco dopo le 17:30. Nel mezzo tanti discorsi, le lezioni piccanti del
Mullah, tante risate, e la decisione, inevitabile, di scendere salutando
da vicino il Vallestrina.
Perchè una vera Giornata
Euforica degna di questo nome non può che concludersi con una discesa al
cospetto della montagna che, forse più di ogni altra cima del nostro
Crinale, regala emozioni selvagge di libertà e rispetto. Con quella
piramide rocciosa che rapisce lo sguardo già da quando, sulle cresta del
vallone antistante, l'immaginazione precede l'azione ed è già sul fondo,
al limitare del bosco, dopo avere tracciato curve larghe e perfette, in
quell'anfiteatro naturale che risuona della gioia di tutte le discese
fatte e sognate.
Oppure c'è la tentazione della salita, su, tra le punte della montagna,
porta-finestra del dolce pendio verso sud, un vero balcone privilegiato
dove sciare dominando la pianura.
Oppure... no, quello è solo un sogno proibito...
Le 18 sono passate da
pochi minuti e il sole inizia la lenta discesa bucando le rade nuvole.
Dopo una breve sosta contemplativa all'inizio della cresta del vallone
convinco il Mullah e Matte a risalire il pendio sud del Vallestrina fino
alla cima. Per il primo c'è la prospettiva di saggiare per la prima volta
le nevi "tra le punte", a Matteo basta uno sguardo e qualche
commento sulle condizioni dei canali bassi, quelli che da un terzo/metà
cresta ovest si tuffano nel vallone, per convincersi a risalire. Penso che
a nessuno, in quel momento, sia minimamente balenata in testa l'idea, la
possibilità di qualcos'altro... C'era talmente tanta rilassatezza
e appagamento per quella splendida giornata che, almeno per quanto mi
riguarda, il motivo principale per cui volevo andare in cima era godersi
lo spettacolo dell'entusiasmo contagioso del Mullah giù da quella
montagna simbolo.
Salutiamo
gli altri (scenderanno in prossimità del sentiero estivo) e iniziamo la
risalita su neve sfondosa e collosa, quanto basta per permetterci di non
montare le pelli di foca. Dopo aver disegnato poche e ampie diagonali buco
per primo la cresta sommitale, a metà tra le due punte Ovest del
Vallestrina. Vedo Omar, abbastanza indietro, litigare con la polenta e
Matteo, con gli attacchi fissi da pista, ancora più indietro. Sono solo
sulla cima. Sempre sorprendente da qui il panorama. Non è la montagna più
alta, a Ovest il crinale supera quasi subito i 1900 metri e copre presto
la visuale, eppure...
"Pling..."
Ma cos’è questo rumore? Sarà mica l’inizio di un embolo!?
Mi sgancio gli sci e cammino circospetto verso il bordo, mi sporgo, guardo
in basso e affondo lo sguardo giù per il canale diretto; la parete è
quasi verticale con continui salti di roccia inframmezzati da nevai
precari, eppure
"Pling... PLING!"
Calma, un respiro profondo. Cerco conforto altrove, immaginando quanto
debbano essere belli e fattibili gli altri canali più in basso. Arriva
Omar, mi raggiunge sulla vetta, si guarda intorno e, quasi innocentemente
mi chiede "...com’è?".
"Com’è cosa!?" penso io intontito, forse facendo finta
di non capire.
La domanda rimane sospesa a metà e, tra una battuta e l’altra,
l’occhio scivola a ripetizione giù per quel canale appena accennato,
appeso a una parete che non c'è. Per la prima volta mi scappa
detto "Però.. sai che forse forse...", penso che Omar lì abbia
compreso, fiutato qualcosa...
Arriva
Matteo. Ci guardiamo da lontano, quello che accade in un istante penso sia
rimasto impresso solo nell’aria tra me e lui, giusto il tempo necessario
affinché una brezza lo cancellasse dalle cose tangibili. Capisce tutto da
una mia espressione e da un movimento della testa. Si precipita sul bordo,
guarda in basso, mi guarda un’altra volta e ho la conferma che
l’embolo è partito: oggi si fa qualcosa di bello.
Non ricordo bene quello che ci siamo detti, ma abbiamo iniziato a studiare
le traiettorie, a considerare le difficoltà, tranquilli, come se si
trattasse della cosa più semplice del mondo. Entriamo qui, curviamo là,
passiamo su quelle rocce, sfruttiamo quel nevaio, curva, contro curva,
inversione, salto... il tempo di un respiro, una breve pausa e Omar è già
là che scende dall’altra parte, con la promessa di fotografare tutto da
basso. Sì, ok, ma... fotografare cosa!? Ormai è chiaro a tutti.
Matte come al solito è
quello più deciso, ormai quella discesa non gliela toglie nessuno, e la
sua decisione abbatte anche le ultime mie perplessità. Ci carichiamo a
vicenda. Un urlo a Omar, che nel frattempo è arrivato ai piedi della
parete scendendo il canale di mezzo (la sua prima volta… complimenti!),
e Matte si prende il giusto onore di aprire la discesa.
Partenza
esattamente dalla cima, che emozione. Il sole continua a calare, sono più
o meno le 18:30, i raggi di luce giocano con le nuvole e contribuiscono a
rendere ancora più suggestiva l’atmosfera. Pronti via, è il momento.
Gli sci ballano nel vuoto, taglio di qualche metro verso sinistra, stop,
curva saltata verso destra, traverso su rocce e prima vera sosta sul primo
nevaio una decina di metri sotto la vetta.
E’ il mio turno. Cacchio... quanta neve hanno portato via gli sci da
tuaro di Matteo! E le lamine dei miei Legend dove le appoggio? Tranquillo,
oggi la parete è vogliosa e si concederà a tutti e due. Non fare caso
all’erba e ai sassi che affiorano, c’è ancora spazio.
Taglio verso sinistra, stop, non ho idea di quanto fosse la pendenza in
quel punto. Guardo Matteo più sotto, ha tirato foto la macchina foto e mi
punta. Il Mullah è un puntino lontano, quasi a picco. Subito sotto di me
c'è un salto verticale di rocce sul quale vedo scivolare via una
cascatella di neve smossa dai miei sci. Tranquillo, queste cose le sai
fare. Mi sento a mio agio e, fatto preoccupante, non in pericolo. Quindi
punto le racchette, sollevo di forza gli sci (imprecando un po’ contro
ognuno di quei 188 cm non proprio comodi in quelle condizioni) e volo per
la curva saltata più emozionante.
Ottimo atterraggio su neve che come da previsioni non tradisce. Urlo di
gioia. Oggi ce la facciamo davvero. Raggiungo il nevaio dopo un traverso
durante il quale, aggrappato alle rocce, ho guardato negli occhi la parete
a pochi centimetri.
Da
qui in poi faccio fatica a ricordare tutto nei particolari. Ci sono delle
belle curve su un iniziale pendio ben innevato, poi altre rocce, altre
curve saltate col cuore in gola, da nevaio a nevaio, superando piccoli
salti rocciosi; c’è l’erba ghiacciata, c’è un’inversione old
school, c’è una scalettata, c’è il nevaio finale con rivolo incluso
e c’è soprattutto l’uscita a tutta dalla parete, gridando di
soddisfazione, fino a Omar. Poi la stretta di mano con Matte e i primi
commenti concitati. E’ Euforia!
Grazie Vallestrina, grazie Matte, grazie Mullah, grazie tutti. Una bella
esperienza, vissuta con semplicità, senza troppi fronzoli, senza
premeditazione esasperata, nata per il semplice piacere di sciare. Il
fatto di essere stati i primi è una ciliegina sulla torta e un motivo di
soddisfazione in più, inutile negarlo, ma è poco in confronto a tutto il
resto.
La linea di discesa:
Altre foto della discesa
(By Omar e Matteo)
Postilla
Ragas, abbiamo avuto culo, condizioni della neve perfette, era forse un
po’ pochina, qualche cm in più non avrebbe guastato, ma la consistenza,
per la maggior parte della discesa, era la più sicura possibile. Ci siamo
trovati, un po’ per caso, nel posto giusto nel momento giusto. Al nostro
posto in tanti di voi sarebbero potuti scendere come abbiamo fatto noi.
Per questo mi piace considerare questa prima anche un po’ vostra
e di tutto il Crinale.
Ma lasciatemi dire (forse anche per alleggerirmi la coscienza) che con
condizioni diverse bisogna veramente stare all’occhio. C’è da farsi
male in quel canale se preso non con le dovute precauzioni e con la smania
di scendere.
Ok, l’ho detto. Adesso possiamo tornare a cazzeggiare!
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