Dal Cusna al Passone in notturna - Agosto 2002 -
Cronaca
di Davide
PRIMA PARTE
Anche quest'anno un enorme successo!!! I soliti 3 personaggi ovvero io
(Davide) Andrea e Luca hanno percorso la quasi totalità del Crinale in
notturna.
Partenza ore 11.30/12.00 davanti a casa di Gazza che incredibilmente
mancava anche quest'anno... (boh???)
Il Tizio con la sua mitica Jeep era già pronto per portarci alla
partenza di quel lungo viaggio. Già dopo poche curve sull'asfalto
avevamo finito gli argomenti...la mente era già volta all'ascesa
imminente.
La fine della strada asfaltata ha come segnato una svolta, ma è solo
l'inizio della sterrata che ci porterà al Passo Cisa.
Buche nel terreno, spuntoni di roccia e molti sobbalzi non ci possono di
certo fermare...
Arriviamo alla Cisa quando il Tizio ci fa notare che la sbarra non ha il
lucchetto.
Colpo di fortuna!!!
Allora proseguiamo ancora con la Jeep e dopo qualche curva notiamo che
il terreno è molto ostile. Solchi profondi scavati dalla recente
pioggia cercano di farci desistere dal nostro intento, ma invano...
Abbiamo con noi un guidatore d'esperienza e se la cava in modo egregio
fino a che raggiungiamo i Prati di Sara.
Dopo i dovuti ringraziamenti al Tizio zaini in spalla si comincia la
risalita.
Non appena la Jeep svolta l'angolo capiamo che la serata è favorevole:
cielo limpidissimo e vista impressionante, quasi da film.
Si parte...
Io e Andrea siamo un po' appesantiti dall'enorme quantità di roba
portata appresso (cibo e bevande per 3/4 giorni), Luca invece da buon
montanaro si appresta al cammino con una maglietta a maniche corte.
Il sentiero sull'erba è abbastanza agevole anche se spesso si discute
sulla strada da seguire.
E' quasi incredibile quanto di notte i segnali siano difficili da
individuare, ma dopo una sosta e vari passaggi difficili sempre
illuminati da Giorno (la mia fedele lampada) siamo arrivati in vetta.
Sul versante più dolce del monte vi era un branco di cavalli liberi
(sono spettacolari di notte quando punti le pile e gli si illuminano gli
occhi...).
Dall'altro versante (quello più ripido) abbiamo visto invece quelli che
noi pensiamo essere dei caprioli.
Così siamo giunti alla vetta...
SECONDA PARTE
Finalmente eccoci giunti in vetta senza troppa fatica e con solo un ora
di cammino.
La recente vista degli animali era ancora forte in noi, ma non ci
aspettavamo di certo quello spettacolo.
Ve le immaginate tre persone che rimangono a bocca aperta (benché
ammutolite) dalla vastità e la bellezza del panorama a 360 gradi...
Erano tre le visuali da noi prese in considerazione.
Verso nord abbiamo visto la via Emilia (voi direte niente di
impressionante), sennonché il cielo era così pulito da farcela vedere
da Bologna a Piacenza. Indescrivibile! Una linea retta intervallata da
cerchi (le città) formati da reticoli di piccole lucine.
Verso Ovest Sud-Ovest c'era invece la visuale di luci lontane riflesse
sull'acqua del golfo di La Spezia. Ci pensate...il mare di notte visto
dalla vetta di una montagna...
Invece verso Est si estendeva in tutta la sua lunghezza il Crinale poco
illuminato, ma sempre ben visibile.
Molto bene...ora dopo aver ritemprato lo spirito con queste visuali
abbiamo deciso che anche lo stomaco voleva la sua parte, così ci siamo
fatti un bel panino a testa, cioccolate, biscotti & Co. il tutto
annaffiato da buon Gatorade e il mio mitico Tè corretto Rum (una
specialità).
Rinfrancati nel corpo e nello spirito decidiamo di ripartire alla volta
del Crinale (nel frattempo erano comparse le prime giacche e K-Way: il
freddo un po' si faceva sentire, sopratutto se si stava fermi).
Ripercorriamo la discesa in mezzo ai cavalli con qualche timore (noi
eravamo un po' come intrusi tra loro). Troviamo il sentiero basso che ci
porta sul Crinale e cominciamo a percorrerlo senza intoppi (anche se si
continuava a guardare il panorama...).
Lungo il sentiero stavamo già parlando dei prossimi fuoripista da fare
e senza quasi accorgercene siamo giunti all'arrivo della 2000 con
relativa sosta sui seggiolini a sgranocchiare ancora qualche cioccolata.
Ora la decisione da prendere era: o tornare come la volta precedente giù
dalle piste, o farsi per davvero tutto il Crinale e scendere dal
Passone.
Nessuno dei tre ha indugiato in questa decisione..."dobbiamo
migliorarci" è stato il pensiero comune...ed allora in marcia!!!
TERZA PARTE
Ecco iniziato il cammino verso il Passone (finalmente un po' di
discesa...). Ormai l'ora è tarda e i primi affaticamenti rendono il
passo un po' meno spedito del solito, il che ci permette di renderci
meglio conto dell'atmosfera generale: deboli luci da una parte (verso
Febbio) e oscurità più totale dall'altra (diciamo verso il rifugio
Battisti): una vallata completamente oscura nella quale noi ci
immergiamo completamente.
In questi casi le pile sono essenziali per poter procedere spediti.
La vallata oscura ci aveva completamente inghiottiti e noi siamo rimasti
affascinati dallo spettacolo che ci offriva, quindi abbiamo deciso di
fare un'altra breve tappa.
La prima cosa che abbiamo fatto appena ci siamo seduti è stata quella
di spegnere "Giorno" e le altre pile.
Questo ci ha avvolto completamente nell'oscurità (ricordo che la luna
non c'era quella sera), ma ci ha anche fatto apprezzare molto di più le
stelle.
Quando eravamo in vetta al Cusna c'era si uno spettacolo incredibile, ma
questa volta non c'erano luci di civiltà sullo sfondo...solo noi, la
valle e...le stelle.
Dopo un iniziale silenzio (dovuto allo spettacolo davanti ai nostri
occhi) abbiamo cominciato a discutere su come facevano i "nostri
vecchi" ad andare di notte su quei monti bellissimi, ma anche
pericolosi senza una luce.
Luca ci racconta la storia di suo nonno, di quando faceva il partigiano
e doveva attraversare monti, campi e quant'altro senza luce per paura di
essere scoperto.
Vi dirò che queste storie vere danno veramente qualcosa in più
raccontate su una montagna immersi nell'oscurità.
Adesso è ora di ripartire e ci dispiace un po' riaccendere le torce e
spezzare quell'alone magico che si era creato, quando una stella cadente
di notevoli dimensioni ci fa rimanere a bocca aperta: abbiamo fatto in
tempo a commentare la sua scia mentre era ancora luminosa nel cielo.
Ed eccoci di nuovo in marcia verso il Passone.
Siamo passati di fianco a quello che ormai ha preso nome di
"laghetto della meditazione" documentato dalle foto con Andrea
in meditazione.
Finalmente arrivati alla "Croce che fischia" (Il Passone)
diamo fondo alle ultime scorte alimentari ed io già elemosino acqua.
Ripartenza rapida dato che sono più o meno le 4.
Il sentiero non è dei migliori dato che le piogge lo hanno reso fangoso
e a volte ci tocca attraversare dei veri e propri fiumiciattoli (anche
se ci siamo divertiti da morire).
Alla fine la discesa è stata insidiosa ma rapida e giunti in fondo alla
vallata ci siamo riforniti di acqua alla fonte per poi ripartire per
Pianvallese. La nostra ultima tappa prima di arrivare a casa...
QUARTA PARTE
(ed ultima…)
In fondo al Passone al
per affrontare l’ultima parte del tragitto sempre in discesa ma non
meno faticoso…
Dopo aver passato tutta la
nottata sotto le stelle ci sentiamo privati di qualcosa entrando nel
bosco che effettivamente incuteva un po’ paura…
Tra chiacchiere varie e paesaggi notturni del sottobosco arriviamo a
Pianvallese già un po’ stanchi, ma consci che la nostra missione non
era ancora finita…
Infatti sapevamo che proprio a Pianvallese c’erano dei ragazzi che
conoscevamo; erano rimasti li a dormire dopo una nottata di baldoria con
tanto di falò carne alla griglia e… soprattutto tanto vino.
Ci sembrava giusto rendergli omaggio con una nostra dolce e cortese
visita notturna… (erano circa le 4.40) e così senza troppo indugiare
ci siamo intrufolati nel prato dove si erano accampati…
La visione era quella di un massacro di massa… gente distesa per terra
con coperte (alcuni anche senza) una tenda notevolmente affollata (non
aveva più le sembianze di una tenda ma di un palloncino che stava per
esplodere… addirittura il fuoco che avevano fatto rischiava di
bruciare le loro stesse coperte… MA… l’incredibile tasso alcolico
ha fatto in modo che nessuno se ne accorgesse… così è arrivato il
momento di dare “fuoco alle polveri” ed abbiamo sferrato il primo
attacco con un bellissimo Magnum…
Botto assordante che riecheggia nella valle e noi 3 viandanti delle cime
che corriamo a nasconderci per vedere da postazione sicura la reazione
dei campeggiatori…
Sui nostri volti lo stupore… nessuno si era svegliato… nemmeno
mosso…
Attacco
fallito.. ma non ci arrendiamo e riproviamo con un secondo Magnum…
stavolta la distanza è davvero ravvicinata credo dai 5 ai 3
metri dall’accampamento..
Altro botto assordante ma il massimo che riusciamo a percepire nei loro
movimenti è un leggero spostamento di una persona che alza un braccio
che irrimediabilmente ricade a terra…
Ci riteniamo sconfitti nell’impresa (anche se il giorno dopo siamo
venuti a sapere che al secondo botto tutti sono rimasti fermi per lo
spavento eh eh!!) così
ripartiamo alla volta di casa contentissimi per il giro.. ma leggermente
insoddisfatti per l’attacco fallito…
Era
ormai l’Alba ma nel bosco ancora era il buio pesto…
E qui la decisione più bella… ci voleva qualcosa per concludere al
serata in bellezza qualcosa che ci rimanesse dentro… e.. così è
stato..
Siamo entrati nel bosco con tutte le luci a disposizione a cercare
funghi con la convinzione che finché non ne avessimo trovato almeno uno
(porcini ovviamente) non ce ne saremmo andati!!!
Così inizia la ricerca tra rami negli occhi, buche impreviste e sassi
sconnessi…
Il fatto è che appena trovata una bella radura di muschio… la voglia
di stendersi sopra era tanta ma… già il primo Porcino ci aspettava al
varco proprio su quella radura… a me l’onore di aprire le danze..
Andrea subito non vuol essere da meno e ne trova un altro…
Passa un po’ di tempo e Andrea raddoppia il bottino…Io invidioso
come non mai mi butto alla frenetica ricerca che non sembra premiare il
mio sforzo…
Il Beddo un po’ stanco dalla nottata.. un po’ invidioso dei nostri
bottini ci richiama all’ordine facendoci presente che erano già le
5.20.
A questo richiamo fa eco pure Andrea già in trionfo con i suoi due
funghi; al che mi sono letteralmente immerso nel bosco con pila e
strisciando per terra finche questa mia foga non è stata ripagata da un
bel funghetto… ok 2 a 2 ci poteva stare
e poi erano già le 5.30…
Usciamo dal bosco (anche un po’ sporchi..) e ci incamminiamo per il
sentiero maestro oramai senza bisogno di luci artificiali… è bello
vedere il sole di mattina presto filtrare tra i rami mentre fa comparire
delle colonne di luce abbagliante che ti inducono a coprirti gli occhi
con una mano…
Lasciamo a malincuore la strada sterrata per quella asfaltata e già
vediamo i primi fungaioli partire per i monti…
Arriviamo
alle macchine davvero stanchi ma contenti di aver vissuto una così
bella esperienza per la seconda volta assieme sempre noi tre Davide
Andrea e Beddo.
Ora
che voi leggerete tutto ciò staremo già progettando una nuova nottata
all’insegna della bellezza e della compagnia certi che saremo sempre
in più ad affrontare questa impresa.
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