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Canale
delle cose importanti - 15 Maggio 2004
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La prima di Cristian e
Giuli (11/05/2004)
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"L’orco è sconfitto!
Il Canale delle Cose Importanti si è concesso..."
La
stagione 2003/2004 sarà sicuramente da ricordare da tutti gli amanti
della neve e dello sci per essere stata la piu “ polverosa” degli
ultimi anni.
Gia a fine ottobre i pendii del
M. Cusna, Ventasso e Alpe di Succiso erano tracciati e dopo ben otto mesi
di scorribande c’è chi continua a scendere i canali del Monte Prado
anche a metà maggio.
Da qualche stagione un manipolo di giovani traccia sistematicamente ogni
linea possibile nei massicci del Prado e del Cusna. I “veci” storici
della zona apprezzano questa fresca voglia di montagna e i “ bocia”
non possono fare altro che seguire le loro tracce e farne di nuove per
ringraziarli della passione che hanno trasmesso. Come veri cacciatori
aspettano le condizioni migliori per scendere i canali piu
interessanti, in piena ottica “ freeride”. Questa parola che sembra
spaventare i “ veci “, sulle Alpi ha quasi rischiato di degenerare in
business spietato usandola come facciata per attività come l’Eliski e
l’ampliamento selvaggio di comprensori famosi, ma qui sul crinale
rispecchia pienamente la sue indole: sci libero, libero dai vincoli della
tecnica, delle mode, e regolato solo in base alle condizioni dei pendii e
dalla meteo. Ogni sabato mattina ci si ritrova a Febbio sperando
nell’apertura della seggiovia 2000, vera porta dell’avventura, da dove
si prendono i canali piu belli del Cusna e le discese che rimangono nei
ricordi di ciascuno. Le
giornate di “ powder”, pardon neve fresca, in questa stagione sono
state veramente tante e inaspettate, soprattutto ad aprile. Quando la
stazione sciistica chiude si aprono le porte dello sci-alpinismo e ci si
sposta verso il Monte Prado.
Finché si scia a portata di impianti ci si sente quasi come i padroni di
casa, ma sconfinando al di la del Monte Piella è doveroso il confronto
con chi frequenta la zona da quando noi non eravamo ancora nati. Alcune
discese nel versante Est del Prado aleggiano nell’aria e i racconti di
qualche “ vecio” alimentano la voglia di provarsi su discese storiche
per lo sci reggiano e piano piano si tende a snobbare la zona del
Bargetana, dove ormai tutti i canali sono stati scesi, per spostarsi piu a
est, verso il Sassofratto.
Questo avancorpo del Prado riamane in disparte dalla scena alpinistica e
sci-alpinistica forse per la scomodità di accesso ma riserva sorprese
stupende e anche impegnative quindi è un’attrazione particolare.
Verso fine aprile si comincia a vedere qualche traccia di discesa,
che dalla cresta del Cipolla scende verso la valle dei porci, spostandosi
sempre piu vicino alla famosa “ Clessidra Alpinistica” la parete viene
circondata da discese per i canali limitrofi ma la Clessidra rimane ancora
da scendere, dopo gli expolit degli anni ’80 dei mostri sacri dello sci
ripido reggiano.
Una
linea singolare sullo sprone alimenta la voglia di avventura e
l’ambiente è di quelli seri cosi
si comincia a corteggiare quel canale del quale non si hanno notizie di
prime discese, se non qualche racconto vago di “Civaghini” ma che
entra prepotentemente nei sogni. Io personalmente ho sempre snobbato
questo canale vuoi per la lontananza vuoi per la paura che incuteva, avevo
altre discese che mi interessavano, specialmente sul Casarola-Alpe di
Succiso
.
La stagione sembra non finire mai e scendo tutte le linee che mi
interessano, un bel giorno di meta maggio però, l’illuminazione!
Salgo al Passone con Giulia senza programma definito: un Prado cosi, per
farsi uan bella sciata. Appena svalichiamo il Passone e ci dirigiamo verso
il Battisti, l’occhio cade verso quel canale e sento che è il giorno
giusto, inspiegabilmente e come se fossi sicuro di poterlo scendere, dopo
mesi di corteggiamento, sono sicuro di poterlo scendere, non voglio
assolutamente peccare di presunzione ma l’intuizione mi da carica e in
un ora siamo gia sul drop-in, o inizio del canale….
L’ambiente e suggestivo, l’idea e quella dell’isolamento e
l’entrata è molto ripida, se fossi stato solo probabilmente avrei
girato gli sci per scendere da una via piu dolce ma sono in ottima
compagnia, le condizioni sono ideali, perche non provare?!
I primi metri devo scalinare con gli sci in spalla perche la pendenza è
sui 60° ma dopo qualche passo mettiamo gli sci, misuro la pendenza, siamo
sui 50°, iniziano le prime curve. Il canale fa una svolta a metà discesa
e non so cosa troveremo, spero di non trovare sassi scoperti o bruschi
cambi di pendenza. Avanziamo curva dopo curva fino al gomito e con mia
sorpresa mi accorgo che siamo fuori dalle difficoltà con un bel canale
abbastanza largo da curvare decentemente e la pendenza che si assesta sui
40° ,che con questa neve sono una vera goduria!!!
Finita la parte interessante della discesa cominciamo a traversare verso W comincio a realizzare…
La discesa e stata di grande soddisfazione, oltre che per la tecnicità
soprattutto per la storia di questo canale, quante volte da Lama Lite
tutti noi lo abbiamo studiato con riverenza???
Penso
che questa stagione rimarrà scolpita a lungo nei mie ricordi di sciatore,
e questo canale ancora di piu….
La
discussione sul forum...
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Il racconto di Beddo
(15/05/2004)
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A volte ti svegli la mattina e l’aria è diversa, sei più sveglio, fai meno fatica ad alzarti, forse perché già fremi per iniziare una giornata che sai rimarrà sempre stampata nella tua memoria.
Eravamo cinque quel giorno: io (Beddo), Ale, Matteo, Sturno, Cristian; quattro sciatori e un tavolaro, che stoico stava per affrontare a piedi un percorso davvero faticoso.
Bene, ci siamo tutti? Ok si parte!
Era già primavera inoltrata, non una nuvola in cielo ma ciò nonostante non c’era troppo caldo. La neve era ancora tanta nonostante fosse già maggio ma per raggiungerla si doveva salire sci in spalla per tutto il bosco fino al Passone, che già scopriva parecchie chiazze d’erba ma ancora nascondeva i suoi canali pieni di neve accumulata dalla “grande valanga”.
La salita non durò molto anche perché con una stagione come quella alle spalle eravamo ben allenati e dalla cima del Passone al Battisti fu questione di pochi minuti.
Per l’esattezza devo dire ora che lo stato d’animo era sì quello descritto nelle prime righe ma si mescolava ad una goliardia e ad una voglia di “sbaraccare” degna delle migliori occasioni di ritrovo del crinale; e infatti all’arrivo al Battisti Roberto ci accoglieva con bel bicchierone di vino per carburare vista l’imminente impresa. Pochi minuti e via : “a dopo Robby, ci vediamo a pranzo!”.
Avevamo ancora tante energie da spendere, e avremmo scoperto a fine giornata di averle usate fino all’ultima goccia.
In pochissimo eravamo al lago della Bargetana. Qui, breve sosta per decidere il percorso: l’idea era di salire per il canale centrale del Prado, ma si ragionava se non fosse meglio aggirarlo; ci sarebbe però voluto troppo tempo e così: su dritti!
La fatica cominciava a farsi sentire ma contemporaneamente l’obbiettivo si avvicinava. Ovviamente chi faceva più fatica di tutti era Ale che a piedi sprofondava nella neve (ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a fare un giro del genere tutto a piedi con la tavola in spalla), comunque in un tempo abbastanza breve arrivammo sulla cima, che quel giorno era davvero affollatissima. Dopo qualche minuto fu su anche Ale che orgoglioso esclamò: “il primo snowboarder sul Prado!”, solo che dopo poco ne arrivarono dall’altro versante altri due; vabbè, piccole delusioni che erano ben lontane dal guastare una giornata così.
Qualche momento di relax, qualche foto (molto compromettente!) e si riparte. A quel punto però l’atmosfera era cambiata, eravamo tutti molto più seri, il canale era lì a due passi.
Nel frattempo un altro sciatore si era aggregato al gruppo e con noi aveva percorso quel piccolo crinale che da dietro il Prado porta a quel gruppo di rocce tra le quali si intravede un piccolo canale strettissimo e verticale: il “canale delle cose importanti”, sceso pochi giorni prima da Cristian e Giulia.
Il nostro nuovo amico, appena visto dall’alto il canale impiegò pochissimi secondi a voltarsi e tornare in dietro, e credo che come lui, molti di noi fossero tentati di farlo; ma ormai eravamo lì, nessuno aveva il coraggio di rinunciare. Il canale sotto di noi faceva veramente impressione: all’imboccatura era largo non più di 4-5 metri, ma poi si stringeva ancora perché alcune rocce scoperte impedivano di sfruttarlo per tutta la sua larghezza; la pendenza era davvero impressionante, da far mancare il fiato, lo sturnometro disse circa 60°, per fortuna non c’era cornice ma era comunque talmente verticale che cornice o no faceva poca differenza.
Per prima cosa Sturno scese con la picca qualche metro a preparare la piazzola dove mettersi gli sci, appena dopo la strettoia iniziale, ritenuta troppo stretta e verticale per essere affrontata con gli sci ai piedi. Tornato su fu il turno di Cristian, poi io, Sturno e infine Matteo, Ale invece era sceso per la clessidra. Quando fu il suo turno però Matteo scelse di scendere con gli sci fin dall’inizio, proprio nel tratto più ripido e stretto: con poche rapide curve era già al di sotto della strettoia.
Ok il più era fatto: cosa avevamo sceso! La pendenza era ancora forte ma meno del tratto iniziale, superato senza danni se non per un guanto di Sturno perso in una piccola slavina staccata da Matteo. Dopo qualche curva, con un lungo traverso si tornava sotto la clessidra dove ci aspettava Ale e ci volle un po’ per riprendersi dall’impresa.
Una volta ripartiti però il Cipolla faceva troppa gola e così io, Cristian e Sturno, mentre Matteo e Ale tornavano al Battisti, decidemmo di concludere la mattinata in bellezza. Arrivati in cima Cristian scelse di scendere un canale un po’ più a destra mentre noi scendemmo diretti dall’y. La neve era la tipica primaverile, si sfondava appena un po’ ma questo non comprometteva la gioia della sciata in uno dei canali più belli della nostra montagna; in fondo ci aspettavano Ale e Matteo, pronti per un gran pranzo al Battisti. E così fu, dopo grandi brindisi a chi non c’era ci abbuffammo per bene, totalmente appagati dalla sciata. Ovviamente anche di vino ne scorse a fiumi e il ritorno fu molto… “allegro”; al Passone qualcuno decise di provare un po’ d’erba sotto le lamine lanciandosi in qualche curva su prato, qualcun altro decise di sentire la consistenza della neve direttamente con la faccia, ma alla fine fu un’altra discesa memorabile: neve compatta, non dura, giusta per aprirci il più possibile; in tre o quattro curve la sciata era già terminata, splendida anche questa. Ora non rimaneva che tornare a casa, sci in spalla, per il sentiero del Passone, stanchi ma ancora eccitati da una giornata meravigliosa che nessuno di noi dimenticherà facilmente.
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TUTTE
LE ALTRE FOTO (clicca per ingradire) |
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Salita
del Passone |
Un
Tavolaro sul Prado |
Trenino
sul Prado |
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Il Canale
dell'11 maggio |
Il canale
del 15 maggio |
Attacco
del canale |
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Un passo
nel vuoto |
Pende? |
Impressioni |
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La Giuli
in parete |
Drop-in |
Sotto la
cresta |
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Prime
curve |
Formichine |
Matteo lo
prende dall'alto |
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Verso il
cielo |
Traccia
obbligata |
Panoramica
dello Sprone |
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Giù
dall'Y |
Cristian
a fianco dell'Y |
Panoramica |
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Godersela |
Il
Cipolla e i suoi canali |
Di
ritorno sul Passone |
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... |
Sturno
vola! |
Un
brindisi alla giornata |
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