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Bici,
aquile e marmotte - 21 Settembre 2003 -
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di Matteo (Mtrex)
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E così,
con gli ultimi scampoli dell'estate, sabato ne ho approfittato per fare un
giro sul crinale cavalcando il mio potente mezzo a due ruote.
Partenza da Febbio ore nove, alle undici ero già al rifugio Battisti
percorrendo la strada bassa della forestale.
La prima sorpresa è stata subito dopo appena uscito dalla vegetazione. Un
tripudio di colori accesi, dal rosso infuocato delle mirtillaie, al blu
intenso di un cielo limpidissimo con un contorno di giallo arancione della
faggeta.
Dopo una breve sosta al rifugio ho proseguito verso il lago Bargetana
lungo la strada forestale.
Ma direi che ormai più che lago lo chiamerei pozza, viste le ridotte
dimensioni dovute alla mancanza d'acqua di quest'estate.
Poi la mia decisione un po' sarcastica e ammazzagambe di proseguire il
giro percorrendo tutta la linea del crinale per giungere a quota 2000
l'arrivo della seggiovia, sperando di incontrare gli altri crinaloidi che
erano andati sul Vallestrina.
Il primo pezzo fino al bivio del Passone è tutto pedalabile poi si fa un
po' più fatica perché il sentiero inizia a rampicare come si deve e
occorre spesso scendere e spingere.
E' in prossimità del Piella che la mia fatica immane è stata ampiamente
ripagata!
Uno sguardo verso il cielo e mi ritrovo sopra la testa un normale comune
rapace che sorvola il crinale.
Ancora prima di chiedermi se fosse davvero cosi normale prendo la macchina
fotografica e cerco di scattare il più velocemente prima che con un
battito d'ali scompaia dalla mia vista.
Dopo aver visto attentamente mi sono accorto che quella bestia cosi enorme
che volava sopra di me non era una poiana o un falco ma bensì un
esemplare di AQUILA.
Ero incredulo, non me lo sarei mai aspettato di vedere un esemplare del
genere da così vicino e proprio sul nostro crinale.
Confortato da ciò proseguo verso quota duemila in compagnia di due
marmottoni.
Raggiunto il rifugio mi rinfocillo un attimo e a manciate di mirtilli
recupero un po' di energie.
Il silenzio era totale, il tiepido sole e il panorama ti invogliavano a
sdraiarti e a star ad osservare quello che l'Appennino ti può regalare.
Non ero solo a pensarla cosi, infatti due vecchietti si erano posizionati
su una panchina (non chiedetemi cosa ci facesse lì quella panchina) e si
godevano beatamente il panorama.
Una regolazione ai freni e via, arriva il momento più topico e desiderato
per ogni biker: la discesa.
Siccome chi mi conosce sa che fin che non cerco l'estremo io non mi
diverto, allora prendo la decisione di scendere giù direttamente dalle
piste facendo la 2000.
In alto è un po' infattibile. Ci sono troppi fossi e bisogna stare molto
attenti e aver dei buon freni, ma a parte qualche tratto fatto a piedi per
il resto procedendo a zig zag si viene giù "bene".
La sensazione, se non l'avete mai provata, è quella di star seduto su una
lavatrice mentre è in centrifuga...
Ma in Pianelli e in Resca è stato l'orgasmo: un tappeto soffice ed erboso
con pochi sassi e buche mi ha permesso di godermi finalmente la discesa!
Dislivello totale: 1000mt di salita, 1000mt di discesa
Tempo di percorrenza senza le soste: 5 ore
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LE FOTO (clicca
per ingrandire)
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Tripudio
di colori |
Lago
Bargetana e Prado |
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Ecco
l'aquila |
In
compagnia delle marmotte |
All'arrivo
della seggiovia
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