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Alba sul Cusna 2002
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Nona alba sul Cusna - Sabato 20 Luglio 2002 -

LA CRONACA

Sabato 20 luglio 2002, ore 18.30, condizioni meteorologiche perfette.
Cinque veri montanari si mettono in marcia per il rifugio Battisti, per poi raggiungere la Vetta; come ogni anno, appuntamento fisso, è l’Alba sul Cusna.

L'attacco del PassoneIl ritmo è subito elevato, sappiamo bene che la salita del Passone ci attende ma la voglia di arrivare è tanta (come la nostra fame). Superato il bosco, varcata la soglia della fine della vegetazione lo spettacolo si apre ai nostri occhi. Anche dopo innumerevoli salite, l’ormai famigliare Passone sa sempre impressionare per la sua imperiosità.
La salita è rapida, e sempre grande è la soddisfazione quando si scollina. Scorgiamo il Battisti e dopo qualche minuto di riposo siamo di nuovo in marcia. Il tratto è breve e in poco tempo siamo là…si mangia!

Il rifugio Battisti di notteL’ottimo menù prevede gramigna alla salsiccia, polenta e porcini e polenta alla salsiccia. Qualcuno opta per primo e secondo, qualcun’altro si “accontenta” della polenta e salsiccia da accompagnare con panini fatti in casa. Il bere merita un discorso a sé. Avremmo voluto accontentarci di una caraffa di vino da un litro, ma la coincidenza di esserci presentati al banco delle bevande in contemporanea col poeta della montagna ha fatto si che ci fosse lasciata da finire una boccia da 5 litri piena per metà. Come potevamo non dimostrarci riconoscenti spremendo fino all’ultima goccia il bottiglione? Confortati dal lieto evento si decide di finire anche un’ottima mezza torta ai mirtilli seguita da copiosi assaggi di pecorino.

Tramonto al BattistiIl resto della serata procede leggera e divertente, si ride e si scherza assieme a gente accomunata dalla stessa passione: la montagna.
Alcuni cantano accompagnati da una chitarra, altri raccontano le proprie avventure davanti ad un bicchiere di vino mentre qualcuno si mette già in marcia per la Cima. Poi è Emo Boni a prendere la parola e ad addolcire la serata con le sue poesie e i suoi aneddoti montanari.
Unite infine l’atmosfera venutasi a creare con un mega pentolone di vin brulè offerto dal gestore del rifugio (grande Roberto sei sempre il migliore!) e l’assaggio dell’intruglio di grappe dell’ormai mitica “fiaschetta dell’ubriacone” in compagnia di Emo e Renzo e il gioco è fatto…la magia della montagna che unisce animi e cuori è compiuta.
Uno sguardo all’orologio, sono già le undici, un ultimo bicchiere di vin brulé e fiaccole in mano siamo pronti a partire. Appena in tempo per accorgerci che Gazza (soprannominato d’ora in poi il diesel dei monti) è fuggito precedendo tutti mettendo in atto la tattica del passo lento e regolare che ti porta dove vuoi.

La LunaLa luna ancora alta in cielo e quasi piena illumina il nostro percorso. Dopo pochi passi insieme alla comitiva decidiamo che è ora di fare sul serio e di raggiungere il fuggitivo. In poco tempo abbiamo già staccato il gruppo e dall’alto scorgiamo una lunga fila di piccole luci; gli ultimi devono ancora partire dal rifugio con le loro torce che a ben poco servono con una luna del genere.
L’atmosfera è quasi mistica e quando per riprendere il tragitto ci voltiamo scorgiamo sopra di noi un’ombra dirigersi verso il Passone. Ammaliati da questa figura ed accecati dalla voglia di sfida siamo tentati di seguirla, ma una voce amica, una voce rassicurante, la voce del Poeta della Montagna ci indica dall’oscurità dietro di noi la strada corretta riportandoci alla realtà. Guardiamo verso il Passone un’ultima volta, ma quell’ombra non c’è più; proseguiamo consci di avere ricevuto un monito, un prezioso insegnamento da non dimenticare.
Siamo ormai sul Crinale e decidiamo di riaccendere le fiaccole; passano pochi istanti e da Febbio rispondono lampeggiando con una torcia. Le luci della pianura che si estendono a perdita d’occhio non ci consentono di proseguire, lo spettacolo è magnifico. Intanto il tempo passa velocemente senza che noi ce ne possiamo rendere conto. È veramente tardi ma nessuno ha il coraggio di rimettersi in marcia. Ad un tratto però scorgiamo un’ombra, presto la telecamera! Quest’ombra si volta verso di noi, saluta e ci fa cenno di seguirla per poi scomparire in pochi istanti. Un vero avvistamento! Ed era a pochi passi da noi! Ne siamo certi, era Tony Giger.
Destati dall’accaduto ci rimettiamo in cammino e in pochi minuti raggiungiamo l’arrivo della seggiovia dove decidiamo di attendere l’arrivo del gruppo. Il resto del tragitto scorre veloce senza ulteriori colpi di scena sino al punto più impegnativo del sentiero (tendo conto che è notte). Qui aiutiamo la comitiva a superare la riva scivolosa illuminando il percorso. Tutto bene. Non ci rimane che un ultimo scatto di corsa “spacca gambe” puntando diritti verso all’arrivo e verso la cima: prendere un posto comodo e relativamente pianeggiante è troppo importante.

L'albaGiunti finalmente in Cima prepariamo i sacchi a pelo, diamo un ultimo sorso all’intruglio di grappe e lentamente ci addormentiamo sotto il cielo stellato e sopra un panorama da togliere il respiro.
Le prime voci ci svegliano, è quasi l’alba. Lo spettacolo è indescrivibile e solo chi ha vissuto questa esperienza sa quanto sia meraviglioso.
Anche quest’anno è finita, dopo la messa ci incamminiamo lungo il 17 per scendere a valle, ripensando ancora alle esperienze vissute. Ogni ascesa in Vetta è diversa dalle precedenti e lascia un segno indelebile in noi.

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Partecipanti:
Luca “Beddo” Bedeschi
Andrea “Piccia” Toschi
Claudio “Gazza” Stefanini
Matteo “Mtrex” Ferrari
Francesco “Caso” Casolari

 

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